La democrazia vive solo grazie alla partecipazione dei cittadini a tutti i livelli. Uno dei passaggi più importanti nel sistema democratico è il voto, sarebbe a dire un mandato diretto conferito in una sorta di consultazione universale ad alcuni prescelti.
Il tema è antichissimo e già gli stessi romani, con Menenio Agrippa, ci insegnano, duemilacinquecento anni fa, che se non c’è armonia tra amministratori ed amministrati le cose non funzionano, la società va in crisi.
I greci definivano le persone che non si interessavano affatto della cosa pubblica “idioti” e li distinguevano dai "non idioti", cioè quelli che non solo si interessavano alla cosa pubblica, ma si prendevano anche sulle spalle la responsabilità di ricoprire cariche anche difficili.
A questo punto potremmo dire che ci troviamo oggi a vivere in un mondo alla rovescia. I non idioti sono talmente schifati dall’andazzo politico che non vanno neanche più a votare, mentre gli idioti, quelli che pensano esclusivamente al tornaconto personale si eleggono tra di loro e fanno più danni che Carlo in Francia.
Fino a che sono esistiti i partiti la partecipazione alla politica era un fenomeno di massa. Le sezioni erano frequentate ed i rappresentanti politici dovevano fare i conti direttamente con i rappresentati. Prima il cosiddetto e dimenticato “riflusso reganiano”, poi le isteriche campagne contro la supposta partitocrazia hanno fatto si che i partiti sono scomparsi, sostituiti da fantocci, simulacri e sepolcri imbiancati, mentre anche persone preparate ed intelligenti sono state espulse a tutti i livelli da personaggi che sono fondamentalmente incapaci, fatta eccezione per l’abilità di mobilitare i semplici solleticandone i più bassi istinti e sottrarre risorse pubbliche per fini personali.
Siamo dunque giunti ad un infimo livello, e per tirarcene fuori ci rimane ancora una volta una sola arma: il voto.
Un’arma però per funzionare ha bisogno di essere caricata ed il voto funziona a puntino solamente se abbiamo la gente giusta da votare. Nella lista di Alessandra Clemente ce n’è.
Bravo, sei partito da lontano ma in maniera discorsiva e piacevole. Bene, avanti tutta!
RispondiEliminaBellissimo articolo, la cultura paga sempre.
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